8 de febrero 2018: primer día en Murcia.
Cinque gradi all’ombra, troppi bagagli. Dovevo dare retta a mio fratello e partire con lo zaino che uso agli Scout, viva l’essenzialità.
Dopo due giorni spesi a compilare documenti all’università, abbonamenti per i mezzi pubblici, turisti che chiedono informazioni in spagnolo solo e unicamente a me e i miei ripetuti “soy italiana”, arrivo nella casa in cui dovrei passare i prossimi 5 mesi della mia vita.
10-11 de febrero 2018: vojo morì.
Salsa di soia nelle pareti. Spaghetti di soia nelle pareti. Salsa e spaghetti di soia sul pavimento.
Due giorni di pulizie e assunzione diretta en una empresa española de limpieza.
Però alla fine dei conti è pure una bella casa, a parte che non ho neanche una coperta e ho dormito col cappotto per tre notti.
Primer lunes en Murcia.
Arrivati alla Ucam (Universidad Catolìca San Antonio de Murcia), io e Anna (mi compañera de piso nonchè mia amica Sarda) ci imbattiamo in Siciliani, Veneti, Lombardi, Napoletani e chi più ne ha più ne metta, intenti a cercare come noi l’aula giusta. Una cosa che ho capito dal primo giorno è che in Spagna non sanno fare le cartine e le mappe.
Sia benedetto Google Maps.
Ecco il mio “benvenuto” a Murcia, poi andrà meglio, ve lo assicuro.
Prima impressione? La Spagna è il paese dei balocchi.



¡Buena suerte Alice!